Nella regione nord-orientale della Thailandia di Ubon Ratchathani, un parco solare galleggiante delle dimensioni di circa 70 campi da calcio si estende lungo il bacino idrico di Sirindhorn. Durante il giorno, i suoi 144.000 panelli solari convertono la luce del Sole in elettricità, mentre durante la notte, le turbine idroelettriche generano energia dal dolce flusso dell’acqua. L’impianto, fortemente voluto dal primo ministro Prayut Chan-O-Cha, è la “più grande fattoria idro-solare galleggiante al mondo” e costituisce la base della strategia tailandese per raggiungere la neutralità dal carbonio entro il 2050.
Attualmente, l’impianto genera 60 milioni di kilowattora di energia in condizioni ottimali, come affermato alla BBC da Chanin Saleechanta, capo del progetto Sirindhorn Dam Hydro-solar. Tale produzione ha già permesso tagliare le emissioni di gas serra di 47.000 tonnellate, da quando l’impianto è entrato in funzione lo scorso anno.
In ottica futura, la Tailandia sta progettando di costruire altri 15 parchi solari galleggianti che copriranno parte di ciò di cui la nazione ha bisogno in termini di produzione energetica complessiva e che ad oggi proviene al 70% dai combustibili fossili.
Ma quali sono esattamente i vantaggi di posizionare un impianto fotovoltaico sull’acqua anziché installarlo sui tetti delle case? Il più grande guadagno derivante da questa scelta risiede nel fatto che l’acqua mantiene naturalmente i pannelli solari a temperature più basse, portando a una migliore efficienza nella produzione di energia.
“I materiali utilizzati in questo progetto sono rispettosi dell’ambiente – ha aggiunto Saleechanta – . Il sistema di ormeggio è realizzato in polietilene ad alta densità resistente al degrado dei raggi UV. Può durare più di 25 anni”. Nonostante la manutenzione sia ovviamente più complicata, altri vantaggi dell’impianto galleggiante comprendono una maggiore economicità in termini di spazio, risparmiando l’impiego di terre per l’agricoltura e altri scopi.