Da qualche tempo i tappi delle bottiglie di plastica da 1,5 litri di Ferrarelle sono più piccoli e leggeri di una volta e della maggior parte dei tappi di altri marchi. Diversi consumatori hanno segnalato alcuni difetti di questi nuovi tappi: sono scomodi da maneggiare e difficili da aprire e talvolta l’anello di garanzia rimane attaccato al corpo del tappo, perdendo completamente la sua funzione di salvaguardia del consumatore. «Abbiamo già messo in atto interventi su impianti e materiali per perfezionare il nuovo tappo» ci ha assicurato Ferrarelle, quando abbiamo contattato l’azienda per segnalare questi problemi. Questo processo di miglioramento, inoltre, è in corso già da qualche tempo, come testimonia la precedente ottimizzazione delle scanalature esterne del tappo, che sono state addolcite. In entrambi i casi, le segnalazioni dei consumatori sono state fondamentali.
La scelta di Ferrarelle di ridurre peso e dimensione dei tappi è derivata dalla volontà dell’azienda di diminuire il volume degli imballaggi. «Ferrarelle SpA ha tra le sue priorità di intervento, nell’ottica di azienda orientata alla sostenibilità, la riduzione del suo impatto ambientale che persegue con numerosi progetti industriali – ci ha spiegato l’azienda – tra i quali c’è sicuramente la riduzione in peso dei materiali packaging da immettere sul mercato, mantenendo comunque un livello ottimale di sicurezza e qualità del contenuto ed anche un’accettabile funzionalità dell’imballo al consumo». Infatti, la riduzione della dimensione dei tappi, secondo quanto ci ha riportato Ferrarelle, ha avuto come conseguenza l’uso del 10% di plastica in meno e minori consumi energetici. Oltre a qualche inconveniente per i consumatori…
«Riteniamo che la scelta di ridurre l’utilizzo di plastica dal contenitore, ove praticabile, sia un percorso inevitabile e che l’utilizzo di questo tappo sarà seguito da molte altre acque minerali.» Questa è la posizione del tutto condivisibile dell’azienda. Nonostante ciò, il percorso non sembra essere tutto rose e fiori, come dimostrano i problemi dei nuovi tappi. Per fortuna, Ferrarelle pare intenzionata ad ascoltare i consumatori e prendere provvedimenti.
Paola Emilia Cicerone e Giulia Crepaldi
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Secondo me si arriva al ridicolo: di quale sostenibilità stiamo parlando?
I tappi di plastica piccoli o grandi sono preziosi I tappi di plastica delle bottiglie, quelli con il marchio PE, 2 o HDPE (Polietilene ad alta densità) possono essere riciclati egregiamente in altre materie plastiche.
Oggi era a pranzo a casa di mia madre e dopo aver aperto la bottiglia di Acqua Sant’Anna ho notato che il sigillo di sicurezza era rimasto attaccato al tappo, come segnalato anche perr Ferrarelle. Ho quindi visto che anche questa bottiglia ha un tappi di minore altezza, tuttavia lo si svita senza fatica.
Idem ha fatto la Lauretana, l’acqua più leggera d’Europa (bottiglie color blu).
I tappi (altezza 8 mm) sono fastidiosissimi, le incisioni verticali, per avere più grip, rendono il tappo aggressivo per la pelle, come una sorta di grattugia che fa male. Ovvio che avendo una minore superficie per poterlo afferrare, bisogna anche far più forza. Si offenderebbe anche la mano di una scimmia. Non che i precedenti tappi (altezza 11 mm) di queste bottiglie fossero facili da aprire, anzi, io talvolta usavo un asciugamano oppure un’apposito apri bottiglie a pinza, però questi ultimi sono effettivamente ridicoli oltre che molto fastidiosi. Questa plastica si può riciclare, giusto? Risparmiate su altro e usate più cervello!
Inoltre questa azienda sembra non prestare la minima attenzione (oppure giocare al risparmio inopportuno) nemmeno ad i contenitori di plastica a 6 posti per le bottiglie di vetro. La rifinitura degli stampi è inesistente e dappertutto ci sono sbavature taglienti! Pensate cosa significa afferrare e portare con le mani nude uno di queste porcherie di portabottiglie con un peso complessivo (tra vetro, acqua e portabottiglie) di più di 9 kg. Da evitare anche il contatto con indumenti delicati che rischiano di essere rivinati.
All’estero (in Austria ad esempio), non ho mai visto niente di simile, tutti sono perfettamente arrotondati e lisci, rifiniti e confortevoli da reggere nonostante il peso, non c’è alcuna sbavatura pericolosa e li puoi afferrare dove e come ti fa più comodo. C’è la VÖSLAUER (un acqua minerale) che, sia nelle bottiglie di plastica, che in quelle di vetro, usa dei comodissimi e piacevoli tappi di plastica, altezza 14 mm (con 3 sfumature di colore differente per ciascuno dei 3 tipi d’acqua: naturale, minimamente frizzante, più frizzante) che hanno una forma a tronco di cono rovesciato, ampiamente arrotondato in alto, facili e confortevoli da aprire e da richiudere, grip adeguato, finitura levigata ed incisioni più ampie e spaziate. È un’altro pianeta. Cercate “vöslauer mineralwasser” in Google-immagini e le vedete.
E poi recentemente si è inventata un comodo portabottiglie da 8 posti (per quelle di vetro) che è divisibile/sezionabile mediante lo spostamento di un ingegnoso sistema di 2 ampi maniglioni da tirare in alto ed in basso che disaccoppiano o accoppiano due elementi di aggancio laterali interni, fra le due parti. Rapidamente e facilmente. Questi maniglioni fanno anche da maniglia di trasporto per il portabottiglie in versione dimezzata, quella da 4 posti, oppure per la versione doppia, fatta da 2 portabottiglie accoppiati, 4+4, cioè da 8 bottiglie!
Sto parlando di portabottiglie con cui vengono distribuite le bottiglie nei negozi, non portabottiglie extra da acquistare a parte.
Ma dove vedi queste cose in Italia?!
Anche la Guizza ha adottato questo sistema scomodissimo. E’ difficile aprire la bottiglia, soprattutto per chi ha problemi con le mani, il cerchietto di plastica viene giù insieme al tappo con il rischio di finire nel bicchiere.
Il difetto riscontrato è comune alle “chiusure” a “due principi”. Questi tappi e le relative preforme (le bottiglie PET) sono stati pensati per ridurre il peso dei contenitori. L’obbiettivo era (è) quello di ridurre la quantità (nello specifico il peso) dei materiali semilavorati (PET ed altro), con conseguente riduzione dei costi (non solo per l’ambiente). Il problema (tecnico-produttivo) è che, rispetto alle “chiusure” a tre principi (quella dei tappi più “alti”), le “tolleranze” sui “parametri” di produzione sono più stretti, da ciò deriva la maggior incidenza delle difettosità segnalate. La questione non è facilmente risolvibile per diverse ragioni, in primis perché tornare alla situazione precedente (tappi “tre principi”) richiederebbe investimenti (a livello impiantistico) piuttosto onerosi. Al momento quello che può essere fatto, in attesa di ulteriori innovazioni, riguarda una maggior “attenzione” nella gestione dei parametri di processo (a livello di riempitrici/tappatrici) in modo da mantenerli all’interno delle tolleranze ridotte.
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