Il caso sconcertante di Albino Ruberti irrompe in campagna elettorale ed è una mazzata per Enrico Letta e per il Pd tutto. Verrà acquisito dalla procura di Frosinone il video della lite devastante tra Albino Ruberti e alcuni esponenti del Pd locale. Un video, pubblicato da Il Foglio, che ha portato nella mattina di venerdì Ruberti alle dimissioni dal suo incarico di capo di Gabinetto del sindaco Roberto Gualtieri. Un video choc, una lite violenta a Frosinone, con urla e minacce. “Io li ammazzo…- si sente urlare nel video Ruberti. . Devono venire a chiede scusa per quello che mi hanno chiesto… me non me dicono ‘io me te compro'”. E ancora qualche perla: “Do cinque minuti pe veni’ a chiedeme scusa in ginocchio. Se devono inginocchià davanti. Altrimenti io lo scrivo a tutti quello che sti pezzi de… mi hanno detto… Io li sparo, li ammazzo“. Il video dall’impatto deflagrante che ha scatenato una bufera di polemiche.
Le dimissioni non bastano, questa vicenda è oscena e “svela il vero volto del Pd laziale, perso tra faide locali per la gestione del potere e personaggi a dir poco discutibili buoni per tutte le stagioni”. Subito è intervenuta a stigmatizzare la gravità del caso Ruberti Laura Corrotti, consigliere regionale di Fratelli d’Italia. Una vicenda che getta ombre devastanti sul mondo del Pd romano a guida Gualtieri. “‘Vi sparo, vi ammazzo. Vi dovete inginocchiare’: cosa nasconde la reazione violenta di Albino Ruberti, capo di gabinetto del Sindaco Gualtieri?” A chiederselo è Simonetta Matone, già candidata per il centrodestra nella sfida contro Gualtieri. Eprobabilmente in lista anche alle prossime politiche. “Non certo una lite calcistica su Roma e Lazio. Questa sinistra violenta e litigiosa fa pensare a una organizzazione di potere non trasparente. Un Pd che litiga con tutti, fa e disfa alleanze e mette in circolazione odio e fake news sugli avversari di centrodestra”.
“Con il caso Ruberti si è superato il limite- la Matone è un fiume in piena- . La pezza messa dal Pd con una semplice richiesta di dimissioni non è sufficiente. Occorre agire immediatamente contro i violenti. Lo ripeto, sono minacce in piena regola e le dimissioni sono un atto dovuto. Gualtieri, Letta e tutto il Partito Democratico intervengano per farci sapere cosa c’è sotto”. Una vicenda inaccettabile che arriva da quel Pd da cui quotidianamente piovono fango, accuse, lezioni di democrazia. “Questo Pd fa paura- interviene Barbara Saltamartini- . È il capofila di una sinistra violenta e litigiosa, fa e disfa alleanze in poche ore. Sulle liste ha dato vita a uno spettacolo indecente, roba da compravendita – dice l’esponente leghista-.
Questi i contorni dell’ “oasi felice” del Pd di Roma e Lazio: Ruberti che minaccia di sparare e ammazzare. Sì, Letta ha tanti, ma tanti problemi in casa sua. La smetta di fare “bullismo” in casa d’altri e a screditare l’Italia, quando dovrebbe controllare cosa avviene nel suo partito0. Fra i testimoni del fatto, come riporta il Foglio, c’è anche Francesco De Angelis, ex assessore regionale e già europarlamentare del Pd, ora candidato alle prossime elezioni politiche per i dem. De Angelis, con una mail inviata al Nazareno, ha ritirato la propria candidatura alla Camera. Ma ha ragione il centrodestra, le dimissioni non bastano, si faccia luce fino in fondo.
Ruberti è personaggio già balzato agli “onori delle cronache” per qualche caso piuttosto imbarazzante. Figlio dell’ex ministro dell’Istruzione, già rettore de La Sapienza, Antonio Ruberti, Albino da tempo è ai vertici degli enti locali a Roma in quota centrosinistra. “Per anni ha guidato Zetema, la partecipata del Campidoglio che si occupa di promozione culturale- leggiamo su Libero che ne ricostruisce il curriculum- ; poi è passato a svolgere il ruolo di capo di Gabinetto della Regione Lazio con Zingaretti. Quindi lo scorso ottobre ha rilevato lo stesso incarico con Gualtieri in Campidoglio”.
Ce lo ricordiamo a inizio maggio 2020, a ridosso del lockdown, quando era capo di Gabinetto della Regione Lazio, e già allora si dimostrava allergico alle regole. “Il dirigente era stato sanzionato assieme ad altri per un pranzo in una abitazione in zona Pigneto che contravveniva le regole in vigore in quel momento per il contrasto alla pandemia”. Allora si giustificò parlando di “leggerezza di cui mi assumo le responsabilità”. Mentre a inizio febbraio di quest’anno un episodio spiacevole ha coinvolto i suoi figli, due ragazzi di 19 e 17 anni: “dopo esser stati fermati e multati dai Carabinieri nel corso di dei controlli in zona Parioli avrebbero replicato in malo modo; facendo presente la posizione ricoperta dal padre”.
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